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Geranomachia su un vaso greco (V sec a.C.)
Rappresentazione della geranomachia (la battaglia tra il leggendario popolo dei Pigmei e le gru) su un vaso greco del V sec a.C.

SIGNIFICATO, ORIGINE E USO DELLA PAROLA "PIGMEO"


"Pigmeo1" è un termine di origine leggendaria dalla storia lunghissima, che risale addirittura ai poemi omerici2. Al tempo delle esplorazioni ottocentesche, gli europei, che credevano di aver trovato la conferma etnografica dell'antica leggenda, l'hanno assegnato ai popoli di bassa statura che abitavano le foreste africane. Da quel momento si è diffuso in diversi ambiti, fino a entrare nell'uso corrente. Tuttavia, per questa attribuzione esterna e arbitraria, e per l'accezione talvolta negativa che assume in alcune aree dell'Africa centrale, il termine presenta delle criticità che è bene sottolineare3.

(Dalla post-fazione del libro "La foresta ti ha. Storia di un'iniziazione", di Luis Devin - Castelvecchi LIT Edizioni)


NOTE:

1 Il termine, dai molteplici referenti etnografici e mitologici, deriva dalla parola greca Pygmaîos (attraverso il latino Pygmaeus), che significava approssimativamente "alto un cubito" (ovvero poco meno di 50 cm, indicativamente la distanza tra il gomito e le nocche o la punta delle dita).

2 A nominare i pigmei per la prima volta fu appunto Omero, nel terzo libro dell'Iliade, accennando alla loro leggendaria ed eterna battaglia con le gru: la geranomachia.

3 Nel riferirsi ai cacciatori-raccoglitori delle foreste africane (come a qualsiasi altro popolo, d'altronde) sarebbe quindi preferibile usare il nome nativo con cui essi stessi si autodefiniscono (Baka, Bakola, ecc.). Occorre però anche rilevare che non esiste un termine alternativo a "Pigmei" per indicare in modo altrettanto efficace l'insieme di questi gruppi, che, nonostante alcune differenze (in primo luogo linguistiche), sono caratterizzati da tratti culturali e somatici piuttosto omogenei e distinti da quelli di tutti gli altri popoli dell'Africa centrale. Per questa e per altre ragioni (tra cui la sua universale diffusione, il collegamento immediato e generalmente condiviso col suo referente etnografico, le finalità divulgative, ecc.), ho scelto di utilizzare liberamente il termine in questo sito e in alcuni testi appunto divulgativi, ma tenendo sempre conto che si tratta di una parola non nativa, attribuita arbitrariamente dall'esterno.